giovedì 3 maggio 2018

GIOVANI E RAGAZZI. La riscossa


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 13/04/18.
Articolo: "I RAGAZZI NON VI RIMPIANGERANNO" di CURZIO MALTESE.

Erano quattro amici al bar, hanno deciso di cambiare il mondo e ci stanno riuscendo.
Emma, David, Cameron e Alex fino a due mesi fa erano adolescenti come tanti della provincia americana, chiusi nelle loro stanzea a immaginare un difficile futuro, e ora sono i leader del più grande movimento di protesta degli ultimi vent'anni, con milioni di seguaci, #NeverAgain.
Il destino è cambiato la mattina del 14 febbraio scorso, in duecento secondi. Tanti sono bastati, secondo la polizia, a un  altro ragazzo, Nicholas Cruz, per entrare nella loro scuola, il liceo di Portland, Florida, fare fuoco con un fucile semiautomatico e portarsi via diciassette vite di compagni si studi, fidanzati, amici.
Un massacro come altri, destinato a durare pochi giorni sulle pagine dei giornali, dimenticato fino alla prossima strage. Ma Emma e gli altri hanno deciso che stavolta non sarebbe andata così. 
La sparatoria di Portland era avvenuta mercoledì e la domenica i quattro ragazzi al bar avevano già il nome del movimento, #NeverAgain, un sito con filmati diventati virali, e un piano per una grande manifestazione nazionale, con una data.
In capo ad una settimana avevano già raccolto decine di migliaia di adesioni e fondi per un milione di dollari, che sarebbero diventati cinque in un mese.
All'appuntamento del 24 marzo un milione di studenti sono scesi in strada al loro fianco per chiedere di fermare la vendita di armi ai privati. Non era mai successo.
Oggi questi quattro adolescenti sono diventati il problema numero 1: più delle guerre commerciali con la Cina e del braccio di ferro atomico con Corea del Nord e Iran. E sono in molti a scommettere che saranno loro a porre fine alla stagione di Trump e a portare alla Casa Bianca la prima donna, Oprah Winfrey, che non per caso è la prima sostenitrice e finanziatrice di #NeverAgain.
In Italia non ce ne accorgiamo, ma i movimenti giovanili stanno cambiando il mondo. Non solo negli Stati Uniti, ma in Africa, in Cina, in Europa.
Dagli indignados spagnoli alle lotte delle ragazze polacche in difesa dell'aborto, dalle notti bianche francesi alla rivoluzione degli ombrelli di Hong Kong, fino ai movimenti per i beni comuni in Sudamerica, una nuova generazione rifiuta  l'eredità di un mondo sbagliato e liquida il pensiero unico liberista dell'ultimo trentennio con lo spiccio slogan di Emma Gonzàlez: "Sono tutte cazzate".
In Italia non ce ne accorgiamo perché siamo un Paese invecchiato, indebolito e rimbecillito dalla spazzatura culturale del berlusconismo che ha scandito il ventennio del declino.
Eppure anche qui è stato il voto dei giovani a chiudere, bene o male, la stagione dell'inciucio.
I vecchi saggi che ci hanno portato a non contare un accidente in Europa e nel mondo dicono che bisogna preoccuparsi, li rimpiangeremo. Ma davvero?



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