FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" aprile 2017.
Articolo: "Senza scuse" di FULVIO SCAPARRO.
Anche se per molti di voi quello che dirò è noto, se non addirittura scontato, intendo ribadire alcune considerazioni sulle cause e sulle conseguenze della violenza sessuale sui bambini.
Questo richiamo può essere utile per chiarire le ragioni del doveroso impegno di tutti noi nella lotta contro un crimine tanto odioso.
Il fatto che la pedofilia sia sempre esistita e che abbia trovato nel corso dei secoli chi ha tentato di fornirle una dignità teorica - oggi esistono perfino associazioni a difesa dei "diritti" dei pedofili - mi obbliga a ricordare alcuni dati di fatto che ne giustificano la totale messa al bando.
Un soggetto prepubere non è in grado di compiere scelte libere e consapevoli in campo sessuale. Al momento della nascita, il bambino, del tutto dipendente dall'adulto, è affidato alla responsabilità di chi di lui ha cura. Crescendo, acquista più autonomia e indipendenza e, dunque, spazi maggiori di responsabilità.
E' sempre più in grado di operare scelte consapevoli, ma la capacità di compiere decisioni nella sfera sessuale è tra le ultime a essere raggiunta. Essa presuppone non soltanto una maturità fisiologica, ma anche quella psicologica, che consente di muoversi, senza perdersi, nel gioco più o meno sottile della seduzione, spesso scambiata per normale manifestazione di affetto.
Mai come in questi ultimi anni la pedofilia è stata oggetto di sfruttamento commerciale, un vero e proprio business con forti interessi economici che hanno dato impulso alla compravendita di bambini soggetti a violenze di ogni genere, dal rapimento alla utilizzazione dei loro corpi per gli scopi più abietti, pur di soddisfare una clientela sempre più avida di sensazioni "forti".
L'estensione del fenomeno nel nostro Paese non può essere individuata con sufficiente accuratezza.
In ogni caso, si tratta di un fenomeno allarmante, soprattutto per quanto va emergendo dai dati sul "turismo sessuale", da quelli sui siti dei pedofili, più o meno mimetizzati nelle reti telematiche, e da quanto si va scoprendo all'interno delle mura familiari, dove il padre che violenta i figli lo fa, non di rado, con la connivenza della madre.
Per non parlare di quanto avviene all'interno di alcune istituzioni, dove chi dovrebbe curare lo sviluppo morale ed educativo dei bambini ne insidia invece l'integrità fisica e psichica.
Considerare la pedofilia come una semplice perversione impedisce di cogliere la complessità di un fenomeno che vede sì soggetti adulti incapaci di controllare i loro desideri (e che avrebbero bisogno di essere curati e messi in condizione di non nuocere), ma anche individui che considerano i bambini alla stregua di oggetti da piegare alle loro voglie o da immettere in un mercato lucroso quanto spietato.
L'interesse del bambino a vivere la sua infanzia senza doverne subire la violazione per l'intrusione di adulti malati o criminali è comunque un valore da proteggere con assoluta priorità.
Per quanto detto, non esiste alcuna valida ragione per considerare la pedofilia come una accettabile variazione della sessualità, che rientrerebbe, proprio per questo, nella sfera privata.
Tutto ciò che lede la libertà e l'incolumità fisica e psicologica di bambini e adolescenti (dall'incesto alla produzione e alla detenzione di film pornografici in cui i bambini sono utilizzati per soddisfare le perversioni e il sadismo degli spettatori, dal turismo sessuale allo stupro, dalle molestie alle trappole e alle insidie telematiche) riguarda tutti noi, le basi stesse della nostra convivenza, il nostro futuro.