lunedì 13 marzo 2023

SCUOLA. Chi ha paura di Maria Montessori?

 

FONTE: "Messaggero di sant'Antonio"  febbraio 2023.
Articolo: "Chi ha paura di Maria Montessori" di DANIELE NOVARA.


Perché le scuole montessoriane sono così poche in Italia? Perché la pedagogia accademica del nostro Paese  tacciò l'allora innovativo metodo di semplicismo e banalità, accusandolo di "far fare ai bambini solo lavoretti manuali in grado di sviluppare la manualità e non l'intelligeanza."
Niente di più falso.


Mi scrive Carla, mamma di una bambina di 6 anni. "Mia figlia ha vissuto una bellissima esperienza in una scuola dell'infanzia montessoriana. Giornate piene di scoperte, non solo sue ma anche di noi genitori che abbiamo sperimentato la forza di un grande metodo. Vorremmo che nostra figlia continuasse con una scuola montessoriana anche alla primaria. Ma nella nostra zona*non ne esiste nemmeno una. Come mai in Italia sono così poche?"
Me lo chiedo anch'io. Maria Montessori è la più grande pedagogista dei tempi moderni, riconosciuta a livello internazionale. Un riconoscimento unanime, ma fuori dai confini italiani.
Montessori nacque a Chiaravalle, nelle Marche, nel 1870. Il suo metodo esplose agli inizi del '900 con la prima Casa dei Bambini nel quartiere San Lorenzo a Roma e da lì si diffuse in tutto il globo, specialmente negli Stati Uniti, dove trovò un'accoglienza straordinaria.
In Italia il fascismo, nella sua distorta ottica patriottica, cercò di appropriarsene. Ma le idee di libertà e autoregolamentazione infantile portate avanti  da Montessori non si fecero ingabbiare dal dispotismo totalitario e così la grande pedagogista fu osteggiata dal regime dittatoriale e costretta all'espatrio, subendo un costante controllo da parte dei servizi segreti.
La buona educazione è sempre una scommessa che ha un retrogusto politico quando si propone di cambiare il mondo per renderlo un luogo benevolmente favorevole per i più fragili, come i bambini e le bambine, con l'intento di costruire felicità a prescindere dalle condizioni sociali di partenza.
Le cose non cambiarono neppure nel dopoguerra, nonostante Maria Montessori fosse, in potenza, un'icona della resistenza al dispotismo e all'indottrinamento. Purtroppo gran parte della "pedagogia accademica" italiana restò abbarbicata sulle posizioni di Giovanni Gentile, ministro fascista e autore di una riforma scolastica che ancora oggi determina l'architettura del nostro sistema scolastico.
Il metodo Montessori venne tacciato così di semplicismo e banalità e irriso per "far fare ai bambini soltanto dei lavoretti manuali in grado di sviluppare solo  la manualità e non l'intelligenza ".  Tutte considerazioni chele neuroscienze hanno dimostrato essere impietosamente false. Questo porta ancora oggi al confinamento del metodo montessoriano in una nicchia specifica, come se fosse un'alternativa e non la via che tutta la scuola dovrebbe prendere, la metodologia più indicata per imparare. Da noi prevale ancora l'idea  che a scuola si vada  per ascoltare l'insegnante, al netto dell'apprendimento, dell'operatività e della sensorialità.
Non sarebbe complicato diffondere il metodo montessoriano nelle scuole italiane. Esiste una precisa convenzione tra lo Stato e l'Opera Nazionale Montessori, che permette l'istituzione di sezioni specifiche. Purtroppo spesso  sono proprio gli stessi docenti che votano contro all'istituzione di queste classi.
Che cosa si può fare allora? Insistere, chiedere  sia nelle scuole private che in quelle pubbliche di dar seguito alla Convenzione, creando sezioni montessoriane con insegnanti ben formate. In questi tempi di guerra e di minacce di utilizzo dell'arma nucleare, andrebbe ricordato come Maria Montessori fu candidata tre volte al premio Nobel per la pace. Riconoscimento mai ricevuto da una personalità  di area educativa. Chiudo con le parole che scelse di lasciar nel 1952 sulla sua tomba a Noordwijk, in Olanda, affacciata sul Mare del Nord a simboleggiare il suo essere cittadina del mondo: "Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo".

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