FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 03/06/22.
Articolo: "Quando finirà il Covid? Non prima del 2027" di GIULIANO ALUFFI.
Sarà tra noi almeno per altri cinque anni. Parliamo del Covid, e lo dice un report dell'International Science Council (organizzazione che unisce oltre 200 associazioni scientifiche di tutto il mondo) che individua 53 fattori critici per l'evoluzione della pandemia - tra cui la produzione e distribuzione globale di vaccini, la sorveglianza delle varianti emergenti, le capacità dei sistemi sanitari nazionali, la disinformazione e la cooperazione tra Paesi - e individua tre posssibili scenari.
"Quello più probabile vede il tasso di vaccinazione globale nel 2027 rimanere sotto il 70 per cento: questo significa che il virus continuerà a circolare, con picchi stagionali che mettono sotto stress i sistemi sanitari" spiega l'immunologa Antonella Viola, diretrice scientifica dell'Istituto di ricerca pediatrica di Padova.
"In questo scenario la convivenza con il virus non sarà semplice: ciclicamente dovremo ricorrere di nuovo alle mascherine e aggiornare i vaccini".
Lo scenario più pessimistico vede la percentuale dei vaccinati globali non superare il 60 per cento: in questo caso il virus rimarrebbe in gran parte incontrollato, con gravi recidive in varie parti del mondo e la necessità di misure restrittive come i lockdown.
"Lo scenario più ottimistico è quello con il massimo della copertura vaccinale (fino all'80) e l'accessibilità ai vaccini nei Paesi poveri: in questo modo il virus non sparirebbe ma sarebbe assai gestibile e si ridurrebbero i rischi connessi all'emergere di nuove varianti" spiega Viola.
"Questo scenario però è improbabile: il problema maggiore è la distribuzione, che ad esempio in Africa non sta funzionando, per la difficoltà a portare i vaccini al di fuori delle città".
Più a breve termine, cosa accadrà in Italia?
"Se, come ci aspettiamo, in autunno il virus tornerà a circolare tanto, essendo passata da tempo la campagna di vaccinazione avremo molti contagi. Siccome siamo tutti vaccinati, pochi andranno incontro a una forma importante di Covid. Ma anche solo un 2-5 per cento di forme gravi significa stress ospedaliero e decessi per i più fragili" spiega l'immunologa.
"Oggi Pfizer e Moderna stanno facendo studi clinici sul vaccino aggiornato a Omicron, però non sappiamo se in autunno emergeranno altre varianti. In questo momento le sottovarianti di Omicron sono i virus più contagiosi mai esistiti: è difficile peggiorare ancora. La situazione dovrebbe rimanere gestibile, con picchi di contagi, e qualche decesso: anche con l'influenza è così".
Nessun commento:
Non sono consentiti nuovi commenti.