FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 20/08/21.
Articolo: "Il rovescio delle medaglie" di CURZIO MALTESE.
Momenti di gloria per i nostri atleti nella felice spedizione a Tokyo.
L'abbraccio di Mattarella per i 10 ori, i 10 argenti e i 20 bronzi: le 40 medaglie più ricche della storia. Abbiamo ancora negli occhi i 100 metri di Marcell Jacobs, i 4 per 100 di Lorenzo Patta, Fausto Desalu, Filippo Tortu e ancora Jacobs. Il salto in alto di Gianmario Tamberi, Caterina Banti e Ruggero Tita per la vela, Vito Dell'Aquila per il taekwondo, Luigi Busà nel karate, Valentina Rodini e Federica Cesarini per il canottaggio, le marce di Antonella Palmisano e Massimo Stano, il ciclismo su pista di Simone Consonni, Filippo Ganna, Francesco Lamon e Jonathan Milan. E poi tutti gli argenti e i bronzi. Mettiamoci anche gli Europei di calcio: un'estate incredibile per il Paese. Tifare e gioire per una volta tutti insieme senza differenze politiche e razziali.
Sappiamo bene che dietro a queste vittorie gloriose si nascondono anni di sacrifici in completa e ignorata solitudine. Le ore passate in palestra, le migliaia di chilometri sulle biciclette, nelle piscine, le ripetizioni infinite di esercizi sui tappetini, senza nessuno che ti guarda, a parte l'allenatore. E solo una piccolissima parte di atleti vedrà il mondo che applaude.
L'emozione di un successo è tanto più forte quanto più pesante è stato lo sforzo per arrivarci. E gli sguardi di questi ragazzi non hanno bisogno di commenti.
Esiste un esercito di persone che si sveglia la mattina per fare sport, per molte ragioni diverse. Per divertirsi, per dimagrire, per stare in compagnia o all'aria aperta, per liberare endorfine e serotonina, per allontanare la vecchiaia. O perché si è subito un incidente o una malattia.
La riabilitazione è una battaglia durissima che si affronta per mesi o per anni, altre volte per la vita e spesso senza nemmeno una garanzia che alla fine le cose andranno bene. Ne ho conosciuti tanti. Un'Italia eroica che fatica nel silenzio. Bambini, adulti, anziani che sgobbano come muli nelle palestre, negli studi dei logopedisti e, proprio come gli atleti, anche dagli psicologi, con la speranza di migliorare ogni giorno un poco.
In questa lunga battaglia spesso la depressione fa da padrona perché ci vuole tanto tempo, molto di più di quanto te ne eri immaginato, e infinita pazienza e a volte la cima della montagna sembra così lontana da far rinunciare all'impresa.
Le 40 medaglie italiane delle Olimpiadi di Tokyo ci hanno regalato una carica potente per sconfiggere i demoni della tristezza e ci hanno fatto sentire tutti un po' campioni. Grazie, ragazzi.