lunedì 21 dicembre 2020

CORONAVIRUS. L'anno che verrà


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 13/11/20.
Articolo: "L'anno che verrà" di CURZIO MALTESE.

Le notti più buie hanno bisogno di sogni. Solo immaginare il futuro ci permette di sopravvivere al presente.
Ci dicono che ci vorrà qualche mese, forse tre, forse quattro, qualcuno dice la fine dell'anno, qualcuno aprile. La primavera del Covid-19 sarà il cessate il fuoco di questa generazione. I racconti dellla fine della guerra, delle feste di Liberazione sono ben vivi nelle nostre memorie. Qualcuno le ha vissute, agli altri le hanno raccontate.
Non si può paragonare la guerra all'epidemia senza sottolineare le differenze, ma la minaccia del pericolo incombente è molto simile. Anche la parola coprifuoco rievoca i racconti dei nostri padri e dei nostri nonni. Il virus è un cecchino che può coglierti ovunque, una bomba caduta dal cielo che esplode tra le sirene e colpisce senza preavviso. E tu puoi solo coprirti il volto.
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha comunicato che entro aprile arriverà il vaccino per tutti. Con buone probabilità verrà consegnato prima in Germania, ma comunque sarà questione di qualche settimana per il resto d'Europa. Per noi oggi questo significa immaginarsi di ritornare in qualche modo alla vita come l'abbiamo conosciuta prima di essere inghiottiti dal coronavirus. E si spera anche con qualche pensiero in più.
Torneremo a teatro, al bar, in palestra, a far festa con gli amici, ad ammassarci ai concerti. A toccarci, insomma. A stringerci la mano, a guardarci da vicino, senza temere di ferirci con il solo atto del respiro.
E chissà, da vero dopoguerra, sarà anche l'occasione di una vera rinascita in stile anni 50. Se dobbiamo sognare, perché non farlo per bene? La gente tornerà a lavorare, a produrre e a guadagnare. Il cinema riprenderà a girare commedie geniali, visto che, come è noto, è più difficile far ridere che far piangere ma quando hai pianto tanto, sei più ben disposto. Nella vita c'è sempre tempo per la tristezza. Qualcuno che ti faccia ridere è ben più raro.
Ci mancherà Gigi Proietti. Sarà un Natale difficile. Lo è stato anche l'anno scorso ma non lo sapevamo ancora. Forse non riusciremo a riunirci nelle case e non avremo i soldi per fare grandi regali, giusto qualche pensiero che ci scambieremo più in là. Forti però del fatto che questa epidemia ha portato a una potentissima collettività. Negli Stati Uniti, nel momento più doloroso, la gente ha saputo difendere la propria democrazia, andando a votare in numero così elevato come mai era successo nella storia americana. E Joe Biden è stato votato più di Barack Obama.


 

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