Il simbolo che abbiamo scelto per il nuovo anno pastorale è "la creazione di Adamo", uno dei capolavori di Michelangelo che troneggia sotto la volta della cappella Sistina.
Si tratta di un'immagine fortemente significativa che rappresenta l'Uomo adagiato a Terra in un atteggiamento di abbandono e di impotenza espresso bene anche in quella sua mano stanca e cascante che sta per ricevere vitalità e potenza dal dito di Dio nell'atto di trasferirgli il suo Spirito di Vita.
Credo che sia un'immagine che esprime bene la nostra realtà di oggi: quella di persone provate e indebolite dalla pandemia e da tutte le restrizioni rese necessarie per contenerla, ma che non devono abbandonarsi allo scoraggiamento.
La Fede ci invita a tendere la mano a Dio che è capace di ridarci vigore con il dono dello Spirito, e di infondere in noi quella Speranza che ci incoraggia a ricominciare.
Se la pandemia ha bloccato e in parte distrutto le nostre abitudini e le nostre certezze, non può bloccare ne distruggere la nostra voglia di vivere e di cercare vie nuove e soluzioni nuove per la nostra vita personale e comunitaria.
Mi piace sottolineare che questo simbolo è stato scelto dai nostri catechisti che hanno anche preso l'iniziativa di farlo riprodurre, a loro spese, su uno striscione che inizialmente volevo collocare in chiesa, come sfondo al fonte battesimale, ma che ho dovuto appendere tra le colonne all'ingresso della chiesa perché troppo grande. Rimane comunque in una posizione ben visibile per ricordare a tutti coloro che entrano in chiesa la volontà e l'impegno di ricominciare con i 4 verbi di cui ho già parlato; 4 C: Collaborare; Coniugare; Condividere; Celebrare.
Tutto questo senza la smania e la fretta di realizzare risultati, ma con la pazienta del contadino che, dopo aver seminato, sa aspettare i tempi della crescita e del frutto che spesso sono lunghi.
Soprattutto con la certezza che il Signore non lascia cadere invano i nostri sforzi ma sa dare a tutti risonanza, anche a quelli più piccoli.