mercoledì 20 febbraio 2019

ALIMENTI. Se la frutta si abbronza


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 11/01/19.
Articolo: "Se la frutta si abbronza diventa super: fa bene e dura di più" di ALEX SARAGOSA.

Fra le promesse degli Ogm finora non mantenute c'è quella di creare frutta e verdura che siano più ricche di sostanze utili alla salute. si conservino a lungo e richiedano un minor uso di pesticidi.
All'Università di Pisa hanno trovato un modo per ottenere gli stessi risultati senza toccare il genoma delle piante: le "abbronzano", esponendole agli UVb, gli ultravioletti compresi fra 280 e 315 nanometri di lunghezza d'onda, quelli che blocchiamo con le creme solari.
"Solo il 10 per cento degli UVb emessi dal Sole arriva fino al livello del mare, mentre il resto viene fermato nella stratosfera dall'ozono" spiega Annamaria Ranieri, docente del Dipartimento di Scienze agrarie dell'ateneo pisano. "Così, a parte la vegetazione di alta montagna, le piante non sono abituate a ricevere forti dosi di dannosi UVb e, quando questo accade, si difendono". Una difesa con armi chimiche. "Per limitare i danni alle cellule provocati dagli UVb, le piante reagiscono producendo polifenoli antiossidanti, come gli antociani, che i nutrizionisti consigliano di assumere con il cibo per prevenire malattie e ritardare l'invecchiamento. Di recente abbiamo mostrato che alle pesche bastano dieci minuti di esposizione agli UVb, perché il loro livello di antiossidanti aumenti fra due  e sei volte rispetto a quello di pesche non esposte. Risultati simili con i pomodori, ma è probabile che la stessa cosa avverrebbe con altri frutti che continuano a maturare dopo la raccolta: mele, susine, albicocche... Non basta: gli UVb disattivano anche alcuni enzimi che provocano il rammollimento del frutto, aumentandone i tempi di conservazione".
Gli antiossidanti si concentrano però quasi tutti nella buccia: per godere delle sue qualità salutari, la frutta abbronzata va quindi mangiata intera. Per fortuna gli stessi UV potrebbero aiutarci a contaminare meno la buccia con i pesticidi.
"Stiamo verificando se gli UVb contrastino le spore di muffe e funghi, bersaglio di molti pesticidi in frutticoltura. Se si confermeranno i primi, promettenti, risultati, l'esposizione a lampade UVb nei campi o in serra potrebbe sostituire parte dei trattamenti chimici".
E tutto questo non vale solo per i frutti.
"Gli UVb funzionano anche sulle verdure: nei cavoli, come hanno scoperto colleghi tedeschi, fanno aumentare il tasso di glucosinolati, sostanze antitumorali. Noi invece stiamo verificando se facciano aumentare gli antiossidanti nelle insalate".
Insomma, ammesso che riesca a uscire dal laboratorio, l'abbronzatura delle piante potrebbe rivoluzionare l'agricoltura.
"Siamo già in contatto con una azienda che produce nastri trasportatori per la lavorazione della frutta" conclude Ranieri, "se li convinceremo dei vantaggi dell'esporre per qualche minuto la frutta agli UVb, questa potrebbe arrivare presto sugli scaffali dei supermercati".

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