FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 25/01/19.
Articolo: "Voti e bocciature si decidono in aula. Di tribunale" di FEDERICA FANTOZZI.
Un 3 all'interrogazione finale che compromette la media. Un cellulare in classe che conduce diritto all'esclusione dall'esame. Una bocciatura per troppe assenze a 12 anni. Fino al caso limite di una maturità superata con 98 su 100: esito brillante, ma non abbastanza per lo studente e la sua famiglia.
La scuola è sempre più interattiva e aperta. ma anche più conflittuale.
A volte basta una valutazione sgradita ad accendere gli animi, e il dissidio tra genitori e docenti, che può trascendere nella violenza, sfocia in carte bollate, lettere di avvocati e ricorsi.
Lo dicono i professori e lo confermano le statistiche. Già a inizio 2018 l'allora presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno aveva lanciato l'allarme su un aumento di questo tipo di contenzioso per "difficoltà di accettare la decisione dell'autorità".
Gli ultimi dati forniti da Palazzo Spada confermano in trend: nel 2018 i ricorsi in primo grado (cioè presentati al Tribunale amministrativo regionale sono stati 257 rispetto ai 241 del 2017 e ai 213 dell'anno precedente (1.251 nel quinquennio). Con marcate differenze tra i Tar: Venezia passa da 18 a 24 cause, Torino quasi raddoppia da 12 a 23 cause, Potenza sale a 1 a 5. Stabile Roma a 32, Milano cresce da 25 a 28, Firenze scende da 15 a 10.
I ricorsi arrivati al secondo grado di giudizio (quindi al Consiglio di Stato) per bocciature o mancate ammissioni sono state 38, rispetto ai 24 del 2017 e ai 21 del 2016.
Ma queste cause, spiega Luigi Verde della Uil, "sono solo la punta dell'iceberg perché molte contestazioni si fermano prima di arrivare nelle aule di tribunale", in un clima di tensione e sfiducia.
"L'istruzione non è un servizio individuale bensì reso alla comunità" argomenta Francesco Sinopoli, segretario generale Cgil Scuola. "Conflitti e dialettica, certamente presenti, devono trovare composizione. Ma la questione è più profonda, figlia della crisi di una scuola sottoposta a continui tagli".
Roberta Fanfarillo, coordinatrice dei dirigenti scolastici Cgil, precisa: "Il Tar difficilmente condanna la valutazione di un docente perché inadeguata, lo fa in caso di errori formali come poche verifiche o tardive trascrizioni dei voti". E invita i dirigenti a "presidiare gli scrutini".
Il direttore del Moige Antonio Affinita smussa i toni: "A volte manca coesione tra scuola e famiglie. Noi proponiamo l'istituzione di un tutor che segua ogni ragazzo".
Intanto, meglio sapere che le vie legali possono riservare sorprese beffarde: un diciannovenne di Ascoli Piceno riammesso alla maturità grazie a una sospensiva del Tar, e poi promosso, si è iscritto all'università. Ma al momento della sentenza definitiva ha dovuto ritornare tra i banchi di scuola.