FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" marzo 2018.
Articolo "Le basi dell'incontro" di FULVIO SCAPARRO.
Ho memorizzato queste parole di papa Francesco in occasione della Giornata del Migrante (lo scorso 14 gennaio): "L'incontro vero con l'altro non si ferma all'accoglienza, ma ci impegna tutti nelle altre tre azioni che ho evidenziato nel Messaggio per questa Giornata: proteggere, promuovere e integrare".
Condivido appieno l'intero messaggio, ma mi ha colpito e mi ha fatto molto piacere la piena corrispondenza con quelle che sono le basi della mia attività di psicoterapeuta.
Nel corso della mia formazione universitaria, all'inizio degli anni Settanta del secolo scorso, ero entrato in contatto con il pensiero di Donald Winnicott, pediatra e psicoanalista britannico.
Una volta laureato, diventato docente di psicopedagogia all'Università degli studi di Milano e poi psicoterapeuta, non ho mai mancato di riferirmi, senza fanatismi ma con convinzione, all'opera di questo studioso ormai scomparso da tempo.
Se ne scrivo in questa sede è perché Donald Winnicott affermava di aver imparato molto sull'infanzia occupandosi dei bambini inglesi sfollati durante i pesanti bombardamenti subiti dall'Inghilterra nel corso della Seconda guerra mondiale.
Osservando il comportamento di bambini e ragazzi allontanati da un giorno all'altro dal loro ambiente di vita, Winnicott individuò tre punti fondamentali che dovrebbero essere sempre garantiti a ogni bambino bisognoso di essere accolto, a qualunque titolo sia presente nella nostra comunità: 1) "ti accolgo..." (accettazione, contenimento, rispetto, ascolto); 2) "...provvedo ai tuoi bisogni fondamentali..." (cura, accudimento); 3) "...ti aiuto a camminare con le tue gambe" (promozione delle capacità e delle autonomie, integrazione nella comunità).
Ciascuno di questi momenti è preparatorio all'altro e tutti sono interdipendenti, nel senso che, ad esempio, non si ha buona cura senza accoglimento e non si promuovono efficacemente le capacità di alcuno se non lo si accetta, accoglie e cura.
Noterete, per vostra esperienza di vita, che questi tre passaggi non riguardano soltanto i più piccoli ma tutti noi, giovani, adulti e anziani.
Il termine "accoglienza" assume un significato più pieno e operativo.
Chi ha avuto la fortuna di trovare questo tipo di accoglienza non lo dimenticherà e sarà spinto a fare altrettanto con chi ne ha bisogno.
Trovo meraviglioso che due persone di cultura, luogo di origine e storia personale così diversi, a distanza di quasi cinquant'anni l'uno dall'altro, propongano in sostanza gli stessi passaggi per dare concretezza all'amore per il prossimo.
Osservando il comportamento di bambini e ragazzi allontanati da un giorno all'altro dal loro ambiente di vita, Winnicott individuò tre punti fondamentali che dovrebbero essere sempre garantiti a ogni bambino bisognoso di essere accolto, a qualunque titolo sia presente nella nostra comunità: 1) "ti accolgo..." (accettazione, contenimento, rispetto, ascolto); 2) "...provvedo ai tuoi bisogni fondamentali..." (cura, accudimento); 3) "...ti aiuto a camminare con le tue gambe" (promozione delle capacità e delle autonomie, integrazione nella comunità).
Ciascuno di questi momenti è preparatorio all'altro e tutti sono interdipendenti, nel senso che, ad esempio, non si ha buona cura senza accoglimento e non si promuovono efficacemente le capacità di alcuno se non lo si accetta, accoglie e cura.
Noterete, per vostra esperienza di vita, che questi tre passaggi non riguardano soltanto i più piccoli ma tutti noi, giovani, adulti e anziani.
Il termine "accoglienza" assume un significato più pieno e operativo.
Chi ha avuto la fortuna di trovare questo tipo di accoglienza non lo dimenticherà e sarà spinto a fare altrettanto con chi ne ha bisogno.
Trovo meraviglioso che due persone di cultura, luogo di origine e storia personale così diversi, a distanza di quasi cinquant'anni l'uno dall'altro, propongano in sostanza gli stessi passaggi per dare concretezza all'amore per il prossimo.
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