giovedì 8 febbraio 2018

SCUOLA. Libertà agli alunni


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" dicembre 2017.
Articolo "Autonomia agli alunni" di DANIELE NOVARA, pedagogista. 

Spesso mi capita di passare davanti a una scuola media della mia città in orario di uscita alunni: una marea di ragazzi e ragazze con gli zaini si riversano sulle strade, in cammino verso la vita che hanno davanti.
C'è il rischio che ben presto vedrò tanti genitori fuori dalla scuola ad attendere i figli, perchè la legge ritiene che entro i 14 anni un  ragazzo debba essere affidato a un adulto, pena l'accusa di abbandono del minore.
Impedire a un ragazzino di 11, 12, 13 anni di tornare da solo da scuola è lesivo della sua dignità e contravviene alla Convenzione ONU dei diritti dei bambini e degli adolescenti.
L'Italia è la nazione più protettiva d'Europa, la percentuale dei nostri ragazzi che percorrono da soli la strada per raggiungere la scuola media è decisamente inferiore a quella degli altri Paesi europei.
A questa età è fondamentale per i giovani muoversi autonomamente per recarsi a scuola, fare sport, raggiungere amici e parenti.
A ogni tappa evolutiva corrispondono livelli di autonomia differenti che sono imprescindibili per crescere sereni e sicuri.
A 3 anni i bambini compiono il primo importante passo di autonomia dormendo da soli nel loro letto, abbandonando il lettone.
A 6 anni si vestono e si lavano da soli.
A 9 anni vanno a comprare il latte e il pane nei negozi vicino a casa.
A 11 anni vanno a scuola da soli.
Rispettare queste tappe permette ai bambini di diventare grandi acquistando sicurezza, sviluppando autostima e fiducia negli altri e rafforzando la propria identità.
Impedire a un ragazzo delle medie di vivere questo passaggio evolutivo fondamentale è, come si diceva, lesivo della sua dignità e mortificante, perché si reprime il primo sano istinto di emancipazione.
Come se una mamma portasse nel passeggino un bimbo sano di 9 anni o desse il ciuccio a uno di 5: sarebbe una violazione della loro dignità.
Questa faccenda apre davvero prospettive grottesche, dato che, spesso, a 13 anni molti ragazzi sono più alti di mamma e papà. Questi "giovanotti" devono attendere fuori da scuola e farsi scortare dai genitori fino a casa?
Con la paura e l'ansia di controllo gli adulti non riescono più a educare i ragazzi.
Lo stereotipo della super mamma italiana iperprotettiva è una realtà diffusa nel nostro Paese.
Le istituzioni hanno il dovere di sostenere i genitori nei percorsi evolutivi dei ragazzi e non di imbavagliare le nuove generazioni in cavilli legislativi privi di buon senso e di concretezza.





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