FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 21/07/17.
Articolo: "Regione che vai cannabis che non trovi" di MICHELE BOCCI.
Il via libera è arrivato ormai da due anni, con tanto di firma in calce del ministero.
In Italia la cannabis è ormai considerata un farmaco che allevia i sintomi di alcune malattie (nella Gazzetta Ufficiale sono indicate le patologie per le quali è considerata uno degli strumenti a disposizione dei medici).
Eppure non è gratuita per tutti.
Il nostro Sistema sanitario nazionale, che dà continua prova di disparità nella qualità dei servizi offerti dalle Regioni, anche questa volta non si smentisce.
E così il malato di Piacenza che trova sollievo dai dolori grazie alla marijuana non spende un euro per ritirarla in farmacia. Quello che invece abita a Lodi deve pagare. E in un anno per le terapie possono andarsene centinaia di euro.
La questione è quella della rimborsabilità.
Una volta stabilito che la cannabis è un farmaco, i medici sono autorizzati a prescriverla. La cosa può essere fatta ovunque usando la ricetta che prevede le spese a carico del paziente.
In una dozzina di Regioni (come Piemonte, Toscana, Emilia, Basilicata, Sicilia, Puglia, Veneto e Liguria e altre), invece, è stata firmata una delibera che dà il via alla copertura delle spese dei pazienti. I malati residenti in queste regioni possono farsi compilare la ricetta dallo specialista (prima era rossa e ora si sta trasformando in bianca), che dà il via libera al ritiro gratuito dei farmaci.
Ma anche qui ci sono differenze.
La gran parte delle Regioni hanno stabilito che, nel caso di cannabis rimborsabile, questa debba essere ritirata solo nelle strutture ospedaliere. Un caso isolato è quello dell'Emilia che ha dato la possibilità di averla a costo zero anche nelle farmacie private.
"Il prezzo della sostanza per il cittadino che si presenta con la ricetta non rimborsabile è di 9 euro al grammo" spiega Matteo Mantovani della farmacia San Carlo di Ferrara, una delle più attive nella distribuzione della cannabis.
"A seconda della gravità, i pazienti possono spendere da una cinquantina di euro al mese fino a 3-400 euro per patologie gravi come quelle oncologiche".
Chi abita nelle Regioni dove non c'è la delibera, come ad esempio la Lombardia (dove da tempo è in corso una battaglia per dare il via libera alla rimborsabilità con tanto di raccolta firme per una legge di iniziativa popolare), deve quindi sborsare un bel po' di soldi.
In Italia, ormai da tempo, la cannabis viene prodotta dall'Istituto farmaceutico militare di Firenze, che, dalla fine dell'anno scorso, ne ha distribuito circa 25 chili e ne ha prodotto una decina di più (entro l'anno si arriverà a quota cento). Che, però, non bastano per soddisfare le richieste.
Così bisogna acquistarla dai distributori olandesi. Ma anche in questo caso le cose non sono facili.
I pazienti sono in balia dei distributori, nel senso che capitano periodi, come quest'estate, in cui dall'Olanda ci sono problemi di consegna e molte farmacie restano senza farmaco. Insomma, non solo a pagamento, anche a singhiozzo.
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