FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 04/08/17.
Articolo: "Gioco d'azzardo, come ti seduce a colpi di trucco" di ANTONELLA BARINA.
Periodo rischioso l'estate, per chi è malato d'azzardo. Perché le sale gioco, oasi d'aria condizionata, non chiudono mai.
Perché piene di gente, sembrano, un rimedio alla solitudine, anche se poi il dialogo - compulsivo - è solo con le slot.
Perché chi ha ricevuto la quattordicesima sogna di moltiplicarla con bingo e lotterie...
Il mercato del gioco non va mai in vacanza. E tanto meno in crisi: negli ultimi undici anni gli italiani hanno "perso" in questo modo 181 miliardi di euro. Perso, ridotto in fumo. Il che vuol dire aver giocato molto di più.
Solo nel 2016 hanno perso 19 miliardi di euro, ma ne hanno giocato 96.
Cifre impressionanti, appena diffuse dal dossier Gioco d'azzardo: i numeri di un mercato fuori controllo, curato da Filippo Torrigiani e don Armando Zappolini per il Cnca, Coordinamento nazionale della Comunità d'accoglienza.
Cifre che riguardano solo il mercato legale, regolamentato dallo Stato. Che usa astuzie insospettabili per calamitare i 250 mila giocatori patologici e i 700 mila "problematici", cioè a rischio patologia (dati Cnr). Scaltrezze che uncinano il giocatore, isolandolo dalla realtà.
Le sale, prive di orologi, hanno finestre oscurate e luci soffuse sempre uguali, perché non ci si accorga del passare del tempo.
E sono tra i rari locali pubblici dove si può fumare, con inservienti che spesso distribuiscono gratis sigarette e drink.
Teatro di un incalzare di suggestioni sensoriali: la musica che, a ogni jackpot, ubriaca vincitori e non: la cascata di monete che appare sul video a ogni minima vincita.
"Le entrate erariali da gioco d'azzardo sono più alte della spesa sociale per curare le ludopatie, quindi sembra che lo Stato ci guadagni" spiega Matteo Iori, che per mandato del Cnca è nell'Osservatorio del ministero della Salute sui rischi del gioco.
"Ma nessuno finora ha valutato i costi anche economici della sofferenza, dello sfaldamento familiare, dei suicidi, dei debiti con gli usurai..."
Per ora, ad aiutare i nuovi "tossicodipendenti" ci sono le onlus. Come il Centro sociale Papa Giovanni XXIII, di cui Iori è presidente, che a Reggio Emilia e Modena organizza gruppi d'aiuto per giocatori patologici e (realtà rara in Italia) due comunità residenziali. Gratuite per l'utente: libera-mente.org.