giovedì 26 novembre 2015

DON CAMILLO. Tra gli ulivi di Scandicci





FONTE: avvisi settimanali della parrocchia di Cene.

TRA GLI ULIVI DI SCANDICCI

La settimana scorsa sono stato alcuni giorni a Scandicci (Firenze) da suor Anna Maffeis, una nostra concittadina che, insieme con suor Ada, una marchigiana ottantenne, gestisce una casa di accoglienza per sacerdoti, ma anche per gruppi che intendono vivere un momento di spiritualità.
Collegata alla casa vi è una tenuta di ulivi (circa 600 piante) che rallegrano tutto il pendio sulla cui sommità si trova la casa stessa.
Da sole le due suore non sono più in grado di curare questa piantagione (anche suor Anna con i suoi 76 anni non è più un adolescente!).
Chiamare dei braccianti per la raccolta sarebbe troppo dispendioso per la scarsa disponibilità economica delle due consorelle, e comunque non sarebbe conveniente, calcolando l'entità della produzione.
E così, da qualche anno un gruppo di volontari cenesi, autofinanziandosi, va a Scandicci per aiutare le due suore.
Da tre anni anch'io faccio parte di questi amici volontari.
La raccolta è fatta tutta a mano. Si lavora dalle 7,30 alle 12,30 e dopo la pausa pranzo, dalle 13,30 alle 17,30.
Devo dire che si tratta di una bella esperienza, risultato dei rapporti di amicizia tra di noi, della comune motivazione di solidarietà che ci sostiene; della bellezza naturale di quell'ambiente campestre di vecchio stampo, e, perché no?! della buona tavola che ci ristora a pranzo e a cena: una miscela formidabile che, non solo fa dimenticare la fatica del lavoro, ma lo rende addirittura piacevole.
E' così che in una di quelle sere dopo il lavoro, ho pensato di dedicare a questi ulivi e ai miei amici "bacchiatori" queste rime.

Bacchiatori di olive

Tra i filari di questo uliveto
assaporo la dolce fatica
che spesso è bandita con veto
da chi non vuol far la formica.

Guardando le piante contorte
dai tronchi robusti e nodosi
intravedo decise e accorte
le mani di amici operosi.

Sono esse di questi bei colli
le braccia assai produttive
intrecciate con quelle dei folli
che per dono si rendono fattive.

Tra le fronde cantando e fischiando
raccolgon le bacche preziose
sempre con cura salvando
di ognuna le forme graziose.

In piedi o sui rami sdraiati
come innesti di pianta speciale
in ulivi si son trasformati
per virtù di un incanto fatale.

Ora scorre la linfa anche in loro
di terra e di sole composta.
Ristorati da tanto lavoro
dell'ulivo si fanno proposta.

                                       Don Camillo

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