giovedì 13 agosto 2015

DON CAMILLO. Considerazioni finali pellegrinaggio Cene-Roma







Don Camillo alla fine del suo diario "Camminando sulla Storia", ma è doveroso dire  anche di Osvaldo (ogni giornata è raccontata in due versioni: la prima di don Camillo, la seconda è quella di Osvaldo), trae delle considerazioni.

"Ogni cammino inizia e finisce.
Inizia con un carico di determinazione e di slancio perché  è stato voluto, preparato ed atteso, ma anche con velature di preoccupazione e di timore perché si tratta sempre di un'esperienza impegnativa e piena di incognite. Quando finisce, scatena un grido di gioia per aver concluso un'impresa affrontandola passo per passo e per aver superato tutti i contrattempi; ma suscita anche un senso di malinconia per un'esperienza bella che si vorrebbe non finisse mai. Ma forse è bella proprio perché finisce e lascia questa scia di nostalgia.
Se non finisse mai, forse non sarebbe più così bella, ma diventerebbe un'abitudine che annoia. Il fatto che finisca, poi, non significa che si annulla. Tutto ciò che si vive, in bene o in male, lascia dentro di noi un segno. E' come un colpo di scalpello di uno scultore che vuol ricavare da un blocco di marmo il suo capolavoro. Ed è molto di più, perché i capolavori degli artisti, per quanto perfetti ed universali, sono sempre di pietra o di marmo, freddi e statici, definiti dall'ultimo colpo di scalpello. Noi, invece, siamo caldi e sempre in evoluzione perché siamo vivi ed imprevedibili.
E' la nostra bellezza; è la bellezza della vita; è la bellezza  dello Scultore Divino che sa bene quale capolavoro realizzare in ognuno di noi a forza di esperienze che iniziano e finiscono, in uno sviluppo di continuità che non rinnega mai il suo passato, ma lo perfeziona.
E' la storia dell'uomo da sempre; è la storia dei nostri piccoli passi in questo pellegrinaggio; è la storia di chi abbiamo incontrato sulla nostra strada per un breve momento o ha camminato con noi per un tratto di strada; è la storia di Natale e di Fratel Devis incontrati a Fiorenzuola; di Gina e Stefano a Sarzana; di Walter a Valpronaro; di Franco e Pellegrino incontrati ad Altopascio; di Manuel a San Miniato; di Paola e Claudio a Monteriggioni; di Zoe a Ponte d'Arbia; di Ivan (il templare) e Riccardo incontrati a Gambassi; del gruppo di scout di Chiari a San Lorenzo Nuovo; di Laura, di Fabio, di Daniele e di tanti altri, ognuno con la sua ricca diversità. E' la mia storia personale che spero continui a svilupparsi con la Grazia di Dio in una continua spirale ascendente di esperienze che iniziano e finiscono, capaci di rinnovarmi ogni volta".

                                       don Camillo


I compagni di pellegrinaggio di don Camillo e Osvaldo sono stati:
Agostino, Athos, Eugenia, Faustino, Gianmaria, Giancarlo, Massimo, Michele, Stefano, Tiziana e Valentino.


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