lunedì 7 aprile 2014

VIVERE INSIEME. Elogio dell'indignazione


Tempo fa sul Messaggero di Sant'Antonio è stato pubblicato l'articolo "Elogio dell'indignazione" di Andrea Arvalli - formatore.
 
L'articolista ha preso spunto da un articolo apparso su "L'Osservatore Romano", che incita alla.....intolleranza.
 
Ecco alcune sue considerazioni.
 
Chiaramente l'incitamento è una provocazione dal parte del giornale della Santa Sede.
"L'Osservatore Romano" vuole invece invitare a riflettere se la tolleranza generalizzata, oggi molto di moda, sia una cosa buona, utile  e accettabile.
 
Dobbiamo, ad esempio, sopportare senza battere ciglio Tangentopoli, Calciopoli, gli insegnanti della figlia che arrivano in classe puntualmente in ritardo, i preti che non fanno il loro dovere (tanto nessuno li tocca...), il figlio che a sedici anni molesta le compagne di classe (ma sono solo ragazzi!)? Dobbiamo  sposare una tolleranza senza condizioni? Educatori, genitori, nonni, zii, sacerdoti, pedagogisti, psicoterapeuti, così facendo, sono proprio sicuri di percorrere la strada giusta?
 
Opportuno e sano allora, il richiamo del quotidiano della Santa Sede a rivalutare...l'intolleranza.
 
Non dobbiamo far finta di nulla di fronte allo sfregio della verità, alla furbizia di chi non rispetta il prossimo e le leggi della vita civile; è degradante l'adagiarsi inerte e passivo al "così fan tutti" del vizio, dell'impostura o addirittura del crimine più o meno manifesto o nascosto.
 
Indignazione è la collera di Gesù quando rovescia i banchi dei mercanti annidatisi nel Tempio di Gerusalemme, è la forza dei profeti che lanciano invettive contro i potenti, è il fuoco interiore che fa insorgere i popoli contro i tiranni.
 
Una società quando tollera, giustifica e copre tutto, quando non sa più sanzionare (punire con certezza) le più macroscopiche offese alla verità, all'onesta, alla giustizia, alla pace, al rispetto e ai diritti altrui... è una società precipitata nel peggiore lassismo morale.
 
La tolleranza che fa di ogni erba un fascio, che non distingue tra verità ed errore, tra bene e male, ciò che è sano e ciò che è malato, è falsa tolleranza: in realtà copre il nostro assenteismo, la debolezza  morale, le timidezze e le pigrizie senza limiti.
 
Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di indignarci, di far riemergere nel nostro cuore quella indignazione che sa resistere al male, alle seduzioni, alle prove, che non svende la propria dignità, che non si rassegna al dilagare della volgarità, non si piega ai ricatti dei potenti, ma confida nella forza del bene e della verità.