FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 15/05/20.
Articolo: "Ridi (senza motivo) che ti passa" di GIULIA VILLORESI.
E' possibile ridere per un quarto d'ora di fila? Sì, e dovremmo farlo ogni giorno. Anche (e soprattutto) se non siamo proprio dell'umore per farlo.
A dirlo è Lara Lucaccioni, la principale formatrice italiana di yoga dellla risata, nel libro Ridi, ama, vivi (Bur, pp. 415, euro 15), dove parla di questa disciplina e dei suoi benefici.
Sviluppato negli anni Novanta da un medico indiano, oggi lo yoga della risata è praticato da oltre tre milioni di persone. Lo scopo è ridere. Ma in assenza di stimoli cognitivi e coinvolgendo, nell'atto, tutto il corpo attraverso precise tecniche di respirazione.
"Inspiro col naso, trattengo, rido, e poi ricomincio. Lo faccio diventare un ciclo che in parte si alimenta da sé, perché la risata è autocontagiosa" spiega Lucaccioni.
Ridere stimola il rilascio dei neurotrasmettitori del benessere (endorfine, serotonina, dopamina) e abbassa i livelli di cortisolo, ormone dello stress.
"Per attivare questa produzione biochimica" spiega Lucaccioni "deve però durare continuativamente almeno dieci-quindici minuti".
Studi recenti mostrano che praticare lo yoga della risata ogni giorno migliora l'ansia e la depressione, anche nei pazienti con disturbi da dipendenza. Aumentano energie e difese immunitarie, si riduce il livello di glucosio nel sangue.
"E il rilascio di endorfine agisce sul dolore: c'è chi smette di soffrire di mal di testa, artrite, dolori mestruali".
Tra l'altro, la risata prolungata svuota i polmoni di anidride carbonica stantia, che la respirazione quotidiana, corta e superficiale, non riesce ad espellere. Così si eliminano tossine e il respiro si allunga: anche quello di chi soffre d'asma.
"Lo yoga della risata si sta diffondendo" dice Lucaccioni. "Io lavoro nelle scuole, nelle case di cura, nelle aziende. Anche i medici lo sperimentano in diversi campi, dalla riabilitazione alle terapie del dolore".
Nella Asl di Urbino, per dire, è riconosciuto dal Sistema sanitario nazionale.
"Per attivare questa produzione biochimica" spiega Lucaccioni "deve però durare continuativamente almeno dieci-quindici minuti".
Studi recenti mostrano che praticare lo yoga della risata ogni giorno migliora l'ansia e la depressione, anche nei pazienti con disturbi da dipendenza. Aumentano energie e difese immunitarie, si riduce il livello di glucosio nel sangue.
"E il rilascio di endorfine agisce sul dolore: c'è chi smette di soffrire di mal di testa, artrite, dolori mestruali".
Tra l'altro, la risata prolungata svuota i polmoni di anidride carbonica stantia, che la respirazione quotidiana, corta e superficiale, non riesce ad espellere. Così si eliminano tossine e il respiro si allunga: anche quello di chi soffre d'asma.
"Lo yoga della risata si sta diffondendo" dice Lucaccioni. "Io lavoro nelle scuole, nelle case di cura, nelle aziende. Anche i medici lo sperimentano in diversi campi, dalla riabilitazione alle terapie del dolore".
Nella Asl di Urbino, per dire, è riconosciuto dal Sistema sanitario nazionale.
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