FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" ottobre 2019.
Articolo: "Quando i bambini si toccano" di DANIELE NOVARA, pedagogista.
Il termine masturbazione non è appropriato quando si parla di bambini. E' una forma di gratificazione che i piccini mettono in atto dal quinto anno di vita. In genere si strofinano il pube, con le mani o su una superficie, ma ha poco a che vedere con l'autoerotismo degli adulti.
E' innanzitutto una forma di scoperta del corpo. Serve ai bambini per acquisire padronanza del corpo e delle zone più sensibili.
A volte inizia prima dei 5 o 6 anni ed è assolutamente normale che avvenga. A questa età trovano gratificante "giocare" con tutto il corpo, non solo coi genitali.
Tutto il corpo infantile è ad alta intensità erogena. Soltanto da adulti si perde tale sensibilità e il piacere erotico si concentra sull'area genitale.
In Italia non ci sono ricerche su questo argomento ed è stato fatto poco anche all'estero. E' difficile quantificarlo, perché nella gran parte dei casi la masturbazione infantile viene praticata nel lettino, di notte, in riservatezza. Ed è giusto che sia così.
Se ne parla soltanto quando il bambino si tocca in pubblico. Sgridare, impedire, colpevolizzare sono mortificazioni irragionevoli.
Più che dare ordini, è fondamentale stabilire regole. Il bambino o la bambina possono toccarsi in camera loro, in un contesto di totale privacy.
Alcuni lo fanno in pubblico, perché non hanno ancora introiettato tutte le regole sociali. E' compito dei genitori trasmetterle: così come non si gira nudi per strada, non ci si tocca in pubblico.
Il concetto di privacy va stabilito come consuetudine sociale che il bambino deve apprendere dal mondo adulto.
La buona gestione di questi momenti corporei può essere un ottimo lasciapassare per un'educazione sessuale libera dai tabù del passato e sottratta all'invadenza dei siti pornografici.
La conoscenza del proprio corpo sta alla base di qualsiasi sviluppo consapevole della sessualità.
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