FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 24/08/18.
Articolo: "La resistenza si fa anche in treno" di ENRICO DEAGLIO.
Da un po' di tempo - dalle prime "esternazioni" del vicepremier Salvini sui rom - è cominciata a circolare sui social network l'amara riflessione del pastore Martin Niemoller sull'apatia tedesca di fronte all'ascesa nazista: "Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento perché rubacchiavano...", e il finale, come sapete, è la catastrofe della Germania. Ma è davvero applicabile, quella parabola, all'odierna situazione italiana?
Un piccolo caso di cronaca suggerisce di sì. E' agosto, nel mezzo dell'estate sovranista, siamo alla stazione di Cremona e sta per partire il regionale Trenord 2653 proveniente da Milano e diretto a Mantova, quando l'altoparlante trasmette la voce della capostazione: "I passeggeri sono pregati di non dare monete ai molestatori. E agli zingari: scendete alla prossima fermata perché avete rotto i coglioni".
Il passeggero Raffaele Ariano, 32 anni, dottore di ricerca in filosofia, comunica quello che lui (come tutti gli altri) ha sentito a un responsabile della Trenord che gli assicura che saranno presi provvedimenti; poi posta l'episodio, in termini oltremodo civili, sulla sua pagina Facebook.
Risultato: il sito del partito di Salvini rilancia la notizia e sostiene che la capotreno "rischia il posto", per concludere: "Voi state con la capotreno o con Ariano?". E invita a scrivergli sul suo profilo Facebook.
In breve Raffaele viene raggiunto da migliaia di post di insulti, minacce circostanziate, intimidazioni, auguri di morte. Lui raccoglie tutti i post (ripeto il link era fornito dal sito ufficiale del partito del ministro dell'Interno) e li consegna alla polizia.
Il vicepremier Salvini twitta: "Sciocchezze". La madre di Raffaele Ariano scrive al Presidente della Repubblica, chiedendo che suo figlio venga tutelato. Ma, a distanza di parecchi giorni, non pare che lo sia. Anzi. Il "caso Ariano" rapidamente svanisce, ma molte domande restano: provo ad elencarne alcune.
Un piccolo caso di cronaca suggerisce di sì. E' agosto, nel mezzo dell'estate sovranista, siamo alla stazione di Cremona e sta per partire il regionale Trenord 2653 proveniente da Milano e diretto a Mantova, quando l'altoparlante trasmette la voce della capostazione: "I passeggeri sono pregati di non dare monete ai molestatori. E agli zingari: scendete alla prossima fermata perché avete rotto i coglioni".
Il passeggero Raffaele Ariano, 32 anni, dottore di ricerca in filosofia, comunica quello che lui (come tutti gli altri) ha sentito a un responsabile della Trenord che gli assicura che saranno presi provvedimenti; poi posta l'episodio, in termini oltremodo civili, sulla sua pagina Facebook.
Risultato: il sito del partito di Salvini rilancia la notizia e sostiene che la capotreno "rischia il posto", per concludere: "Voi state con la capotreno o con Ariano?". E invita a scrivergli sul suo profilo Facebook.
In breve Raffaele viene raggiunto da migliaia di post di insulti, minacce circostanziate, intimidazioni, auguri di morte. Lui raccoglie tutti i post (ripeto il link era fornito dal sito ufficiale del partito del ministro dell'Interno) e li consegna alla polizia.
Il vicepremier Salvini twitta: "Sciocchezze". La madre di Raffaele Ariano scrive al Presidente della Repubblica, chiedendo che suo figlio venga tutelato. Ma, a distanza di parecchi giorni, non pare che lo sia. Anzi. Il "caso Ariano" rapidamente svanisce, ma molte domande restano: provo ad elencarne alcune.
- Grazie al lavoro di catalogazione delle minacce compiuto da Ariano, la polizia può ora abbastanza facilmente individuare come agisce e funziona una centrale di intimidazione e propagazione dell'odio. Lo farà, o sarà trattenuta dal fatto che ha rapporti con il ministro dell'Interno?
- I minacciatori saranno resi pubblici e perseguiti dalla legge?
- Ariano avrà una tutela?
- Abusi di potere, linguaggio razzista e xenofobo da parte di persone in divisa, pubblici ufficiali, dirigenti di partito, membri del governo devono essere denunciati o è meglio far finta di non aver sentito?
- E' davvero pericoloso prendere le difese di uno zingaro?
- Per non sbagliare, non sarebbe il caso che il ministero dell'Interno fornisse un prontuario sul comportamento da tenere in stazioni, treni, bus, spiagge, luoghi pubblici in caso si verificassero episodi anomali?
E infine: ma, a Raffaele Ariano, chi glielo ha fatto fare?
E qui si ritorna all'attualità della parabola del pastore Martin Niemoller e sul perché, in Germania, il nazismo non incontrò resistenza.
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