mercoledì 4 luglio 2018

RIFLESSIONI. Cosa può essere l'uomo





FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 08/06/18.
Articolo: "Nemici, traditori, anzi alleati" di DIEGO BIANCHI.

"Io sono del Sud, io sono di Napoli, faccio parte di quella parte d'Italia alla quale la Lega diceva Vesuvio, lavali col fuoco. Non ho nessuna intenzione di far parte di un movimento che si allea con la Lega Nord e non ho mai pensato di far parte di questo movimento".
In chat di video come questo, con Luigi Di Maio seduto sulle poltrone bianche di Porta a Porta, me ne arrivano quasi ogni giorno.
Ci sono anche i video dove Di Battista dice che se i 5 Stelle si dovessero mai alleare con la Lega lascerebbe il Movimento.
O dove Salvini dice che il Movimento è una bufala.
O Grillo dice che Salvini è un traditore politico.
Eccetera, eccetera, eccetera.
E' tutto lì, in rete, a disposizione di chiunque, anche e soprattutto di chi ha esaltato internet come unico luogo del sapere autonomo, senza filtri, senza poteri forti a contaminare le informazioni, senza "il sistema" a nascondere verità scomode.
I tempi dell'incoerenza politica ormai si accorciano sempre di più. Sembra quasi un esercizio di stile: cambiare identità o darsene una nuova non è mai stato così semplice.
Per provare sincero disagio basta la memoria di pochi giorni. Sei lì incredulo, con il telecomando in mano; pensi che sia impossibile sostenere il contrario di quanto si era sostenuto il giorno prima; eppure si fa, con il sorriso spiegato e la mascella volitiva.
Pertanto, dopo aver avuto in sorte di vivere e raccontare la settimana che ha portato alla formazione del governo Conte, il primo a trazione grillina con sostegno del partito più anziano presente in Parlamento (la Lega, appunto), mettersi a cercare contraddizioni tra le pieghe delle dichiarazioni politiche del passato non ha davvero senso.
Ne scrivevo già qualche settimana fa, senza minimamente immaginare che lì a pochi giorni l'asticella della decenza si sarebbe spostata a vette mai raggiunte.
Per esempio, valutare la messa in stato d'accusa per il presidente della Repubblica, evocandone l'impeachment, per poi giurare da ministro nelle mani del medesimo presidente nel giro di tre giorni, da adesso si può. Il presidente guarda i nuovi ministri negli occhi mentre giurano, firmano o gli stringono la mano. Ogni tanto sorride. Savona parla con Moavero, Di Maio con Fraccaro, Toninelli si concentra su Centinaio. Seduto a gambe larghe, Salvini guarda i lampadari. 
Abituarsi all'idea che ce l'abbiano fatta sarà dura per tutti, ministri e no.



Nessun commento: