giovedì 16 novembre 2017

SCUOLA. Cyberbulli a scuola


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 03/11/17.
Articolo "Cyberbulli a scuola, ora i cellulari li spengono i presidi" di SALVO INTRAVAIA.

La lotta al cyberbullismo? Dovrebbe passare anche attraverso "ammonimenti" in questura (in compagnia di mamma e papà) e iniziative della scuola, ma gli effetti della nuova legge si fanno attendere.
Le novità sono contenute nella norma approvata il 29 maggio scorso, dal titolo Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo. 
Obiettivo, arginare e punire i ragazzi che si rendono responsabili di insulti, sfottò, molestie, ricatti, ingiurie e atti di denigrazione 2.0. Compiuti cioè con lo smartphone, mediante i social, le chat e i gruppi di WhatsApp.
Il rodaggio vero e proprio deve ancora cominciare e molte scuole non sanno bene come muoversi. Dovrebbero portare un po' di chiarezza le Linee guida di orientamento pubblicate dal Miur in questi giorni: si tratta dei dettagli su come applicare le nuove norme in una situazione in cui ogni istituto va per conto suo.
Ci sono infatti scuole che hanno già in parte adeguato i propri regolamenti prevedendo sanzioni disciplinari per i casi di cybebullismo. Altre, invece, non si sono ancora mosse.
Tra le varie cose la legge "responsabilizza" i presidi: se qualche episodio dovesse verificarsi durante le ore di lezione, potrebbero essere chiamati a risponderne anche i docenti e la dirigenza scolastica.
Inoltre si deve designare un referente "con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e di contrasto del cyberbullismo". 
Ancora: il preside, di fronte ad atti di bullismo 2.0, è tenuto ad avvisare immediatamente i genitori. A quel punto, su segnalazione della famiglia dell'adolescente preso di mira, i ragazzi sopra i 14 anni, responsabili di comportamenti scorretti, saranno convocati dal questore, insieme ad almeno un genitore, per essere "ammoniti".
Nel caso in cui la vigilanza dei docenti sia venuta meno, sull'istituto graverà la responsabilità patrimoniale per i danni causati a minorenni da messaggi e pubblicazioni scorrette diffusi durante le ore di lezione. La scuola, però, potrà a sua volta rivalersi sui docenti responsabili.
Ma ovviamente non sono pochi gli insegnanti perplessi.
"Limitare l'uso scorretto degli smartphone non è affatto semplice" spiega Pietro Li Causi, docente di italiano e latino a Palermo. "L'unico modo è quello di farci consegnare i telefonini all'inizio della lezione. Ma ci sono ragazzi che ne hanno due o che dicono di avere lasciato il cellulare a casa. E, comunque, non possiamo sbirciare i messaggi degli studenti. Mi sembra che così ci vengano addossati compiti ulteriori, come se non fossimo già una categoria abbastanza maltrattata".
E se Francesco Sinopoli, a capo della Flc Cgil, ritiene che questa norma "non aggiunge altre responsabilità per i docenti", Pino Turi, leader dell Uil scuola, mette le mani avanti: "Il tutto dovrà essere regolamentato dal prossimo contratto".
Tradotto, di fronte a un lavoro aggiuntivo, ci si aspetta un riconoscimento anche economico.
A fugare qualche preoccupazione ci pensa Michele Bonetti, avvocato specializzato in diritto scolastico: "Se il docente dimostrerà di avere sempre operato in modo diligente non credo si potrà chiamarlo in causa".

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