Molti anni fa ho scritto la poesia "Un uomo di nome Giuda".
E' rimasta fino a poco fa nel cassetto, avendo una ritrosia a farla conoscere.
Giuda era un argomento delicato, quasi proibito.
Poi in internet ho letto l'omelia "Nostro fratello Giuda" che don Primo Mazzolari ha tenuto il Giovedì Santo del 1958 ed ho scoperto che anche questo bravissimo prete, antesignano dei "preti da marciapiede" (preti che si "sporcano le mani") dei giorni nostri (come don Luigi Ciotti, don Oreste Benzi, don Gino Rigoldi, don Luigi Merola, don Virgilio Colmegna , don Antonio Mazzi, don Andrea Gallo ed altri ancora) non vedeva Giuda come il Male, ma come una persona che Gesù aveva chiamato "amico".
Fino a pochi anni fa i suicidi non avevano diritto al rito funebre in chiesa e ad essere sepolti in luogo consacrato.
Poi giustamente la Chiesa ha riconsiderato per tante ragioni l'atto del suicida, non ultima che lui abbia potuto pentirsi del suo gesto (e quindi salvarsi) anche nell'ultimo attimo di vita.
Nel pubblicare la mia poesia, penso che Giuda avesse il libero arbitrio, ma da persona debole (come lo siamo tutti) abbia ceduto alla tentazione.
Fino a pochi anni fa i suicidi non avevano diritto al rito funebre in chiesa e ad essere sepolti in luogo consacrato.
Poi giustamente la Chiesa ha riconsiderato per tante ragioni l'atto del suicida, non ultima che lui abbia potuto pentirsi del suo gesto (e quindi salvarsi) anche nell'ultimo attimo di vita.
Nel pubblicare la mia poesia, penso che Giuda avesse il libero arbitrio, ma da persona debole (come lo siamo tutti) abbia ceduto alla tentazione.
UN UOMO DI NOME GIUDA
Ogni uomo
ha il suo fardello
sulle spalle.
Giuda ha avuto
il più ignobile.
Ha cercato disperatamente
di respingere il peso
del tradimento
dalle sue deboli ossa.
Ma ha dovuto subire.
Giuda doveva essere
e Giuda fu.
Tremenda condanna.
Giuda,
uomo solitario,
sarai nei cieli?
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