FONTE: "la Repubblica" del 03/05/24.
Articolo: "I social come una zavorra chi li usa prima dei 14 anni prende voti più bassi" di SARA BERNACCHIA.
L'uso precoce dei social network da parte di bambini e ragazzi influisce negativamente sul loro rendimento scolastico, nonché sul grado di soddisfazione e benessere generale. Lo dicono i numeri: chi ha creato il proprio profilo prima della quinta elementare, all'esame di terza media ha avuto una valutazione inferiore di quasi un punto (0,9) rispetto a chi non è sbarcato sui social o lo ha fatto dopo l'esame.
E' quanto emerge dai dati raccolti nella prima fase del progetto Eyes Up (Early Exposure to Screens and Unequal performance), ideato e coordinato dal dipartimento di Sociologia dell'Università Bicocca di Milano con il sostegno di Fondazione Cariplo, che punta a spiegare come l'accesso agli strumenti digitali influenzi l'andamento dei livelli di apprendimento e la condizione generale degli studenti.
Le prime evidenze arrivano dall'analisi dei questionari compilati da 6.609 studenti lombardi di seconda e terza superiore.
Ora i dati saranno messi in relazione con i risultati delle prove Invalsi svolte da ogni allievo nel corso della sua carriere scolastica, dalle elementari alle superiori, dando vita al primo studio longitudinale (cioè con l'analisi nel tempo) mai realizzato sul tema in Italia.
La correlazione negativa tra l'accesso precoce allo smartphone e il rendimento scolastico era già nota. Adesso, per la prima volta in Italia, si guarda nello specifico all'uso dei social. E i numeri non rassicurano : il 30% per cento degli studenti dice di aver creato il primo profilo in prima media (quindi tra i dieci e gli undici anni), il 24,9 in seconda e il 17,2 in terza. Sempre, quindi, prima dei 14 anni che la legge italiana fissa come limite per sbarcare sui social.
"E' fondamentale capire cosa si fa con lo smartphone. I social, più dell'uso del dispositivo in sé, possono essere associati negativamente a tutte le variabili rilevate: rendimento scolastico, indicatori di benessere e di soddisfazione - spiega Marco Gui, direttore del centro di ricerca Benessere digitale della Bicocca -. Non tutte le attività che i ragazzi svolgono in rete sono dannose: è responsabilità di noi adulti capire quali possono positive. In generale, è la fruizione passiva a risultare più problematica e i social possono spingere in questa direzione".
Tik-Tok, la piattaforma che va per la maggiore tra gli adolescenti, infatti, con video brevi proposti in rapida successione, porta proprio a una fruizione più passiva e compulsiva rispetto a social come Facebook, che sollecitano l'interazione.
Restano, in ogni caso, le criticità legate all'accesso precoce allo smartphone: il 44,8% degli studenti (la maggioranza) lo ha ricevuto in prima media (periodo il cui il 46% ha iniziato a usare le app di messaggistica, ma non mancano casi limite, come l'1,2% di ragazzi (44 maschi e 37 femmine) che ha avuto il telefonino a 6 anni. Età in cui 21 studenti (6 femmine e 15 maschi) hanno attivato il loro profilo social, evidentemente per volere dei genitori.
L'obiettivo ultimo del progetto è dare strumenti a insegnanti e genitori per aiutare gli adolescenti ed evitare di compiere gli stessi errori con i più piccoli.
E i questionari indicano la direzione.
"La soddisfazione e il benessere dei ragazzi aumentano con attività come vedersi con gli amici fuori casa e trascorrere tempo con i familiari - afferma Chiara Respi , metodologa della ricerca sociale e membro del centro Benessere digitale della Bicocca -. Significa che la vita online non riduce il bisogno e l'effetto benefico delle relazioni in presenza".
Nessun commento:
Non sono consentiti nuovi commenti.