FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" luglio-agosto 2019.
Articolo: "Geremia, voce fuori dal coro" di GIANCARLO BREGANTINI, Arcivescovo di Campobasso-Bojano.
Vi rivelo un piccolo segreto: utilizzo l'estate per scavare nella bellezza dei racconti biblici.
Anche perché in Molise, terra di montagna, di boschi incantati e di tratturi, la stagione calda è piacevole.
Quest'estate Geremia, il profeta, sarà con me. Non per lagnarmi, ma per danzare.
Geremia è grande nella speranza, ma sa essere crudo quando la minaccia si avvicina e la gente si ostina a dire che va tutto bene, quando vince il "tono elettoralistico".
Ma egli questo non l'accetta. Fa il duro, il pungente. Vuole aprire gli occhi al suo popolo. Agisce, infatti, in un'epoca di eventi durissimi, come la caduta di Gerusalemme, rasa al suolo per ben due volte (597 e 586 a.C.) dall'esercito di Nabucodonosor. E quando non bastano le parole,usa i segni provocatori.
Come quando si mette sulle spalle un giogo di legno, per annunciare in anticipo l'occupazione babilonese. Un profeta di corte, amico del potere, gli spezza quel segno nella pubblica piazza e lo fa imprigionare. Una volta uscito, Geremia ne fabbrica uno di ferro e profetizza la morte al profeta di corte, cosa che puntualmente avviene.
Prende, allora, una brocca di terracotta, la pone in bella vista e poi la spacca davanti agli occhi di tutti: Così il Signore frantumerà questo popolo e questa città (cfr. Ger 19,10).
Non è mai stato dolce, Geremia, ma chiaro e profetico sempre: "Due malvagità ha commesso il mio popolo: ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, per scavarsi cisterne, cisterne incrinate, che non contengono acqua!" (Ger 2,13).
Ci sono tutte le nostre presunzioni personali e sociali in questa immagine. Par di vederle quelle due cisterne, iniziale vanto e gloria politica del governo, che un po' alla volta, sotto il caldo torrido, si screpolano. L'acqua si perde. La vita rinsecchisce, la gioia scompare. E le promesse elettorali sfumano.
Ma sa anche essere luminoso e sorridente, il profeta, quando la gente capisce il proprio errore. Allora, egli cambia tono. Intravede la fioritura del mandorlo anche quando intorno è gelo. Perché nessuno può spegnere la speranza, se è fondata sulla roccia.
Allora Geremia sa anche danzare: Di nuovo, ti ornerai dei tuoi tamburi e uscirai tra la danza dei festanti!...il lutto si cambia in gioia, un'Alleanza nuova scritta nel cuore sarà la legge del futuro...! Che bello rileggere in questo clima di fiducia alternativa, i capitoli 29, 30 e 31 del libro di Geremia. Ora si può gioire, perché è una gioia fondata non sulla superbia umana ma sulla misericordia divina.
Ma quanto è costato questo stile al cuore del profeta! Fin da giovanissimo incontra ostacoli molto duri. Racconta delusioni e conflitti nell'avvincente brano delle sue "confessioni". Un pezzo bellissimo di diario personale. Intatto. Vero. Come il mio, quando vi narro le lacrime nascoste di un vescovo.
Maledetto il giorno in cui nacqui, il giorno in cui mia madre mi diede alla luce! E' oggetto di scherno, perché è stato fedele alla sua vocazione di profeta. Mi hai sedotto, o Signore, e io mi sono lasciato sedurre. Hai fatto forza e hai prevalso! Una vita dura, perché sempre alternativa alle mode o al comodo adagiarsi in un accidia anestetizzante.
Geremia è così. Un uomo vero. Modernissimo, capace di aprirsi a noi senza vergogna. Autentico. Con nel cuore una chiamata che lo sconvolge.Con la quale egli scuote il suo popolo, perché torni alla sorgente di acqua viva e lasci le illusorie cisterne, vanto e delusione.
Quanto ci sarebbe bisogno di una voce così, anche oggi. Alternativa, capace di aprirci gli occhi, che non faccia del tempio un talismano per dimostrare una protezione divina nel Rosario facile.
Ma i profeti sono scomparsi. Spesso resta solo la voce di papa Francesco, che vive le stesse angosce e avversità di Geremia, profeta sempre più attuale.
Non è mai stato dolce, Geremia, ma chiaro e profetico sempre: "Due malvagità ha commesso il mio popolo: ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, per scavarsi cisterne, cisterne incrinate, che non contengono acqua!" (Ger 2,13).
Ci sono tutte le nostre presunzioni personali e sociali in questa immagine. Par di vederle quelle due cisterne, iniziale vanto e gloria politica del governo, che un po' alla volta, sotto il caldo torrido, si screpolano. L'acqua si perde. La vita rinsecchisce, la gioia scompare. E le promesse elettorali sfumano.
Ma sa anche essere luminoso e sorridente, il profeta, quando la gente capisce il proprio errore. Allora, egli cambia tono. Intravede la fioritura del mandorlo anche quando intorno è gelo. Perché nessuno può spegnere la speranza, se è fondata sulla roccia.
Allora Geremia sa anche danzare: Di nuovo, ti ornerai dei tuoi tamburi e uscirai tra la danza dei festanti!...il lutto si cambia in gioia, un'Alleanza nuova scritta nel cuore sarà la legge del futuro...! Che bello rileggere in questo clima di fiducia alternativa, i capitoli 29, 30 e 31 del libro di Geremia. Ora si può gioire, perché è una gioia fondata non sulla superbia umana ma sulla misericordia divina.
Ma quanto è costato questo stile al cuore del profeta! Fin da giovanissimo incontra ostacoli molto duri. Racconta delusioni e conflitti nell'avvincente brano delle sue "confessioni". Un pezzo bellissimo di diario personale. Intatto. Vero. Come il mio, quando vi narro le lacrime nascoste di un vescovo.
Maledetto il giorno in cui nacqui, il giorno in cui mia madre mi diede alla luce! E' oggetto di scherno, perché è stato fedele alla sua vocazione di profeta. Mi hai sedotto, o Signore, e io mi sono lasciato sedurre. Hai fatto forza e hai prevalso! Una vita dura, perché sempre alternativa alle mode o al comodo adagiarsi in un accidia anestetizzante.
Geremia è così. Un uomo vero. Modernissimo, capace di aprirsi a noi senza vergogna. Autentico. Con nel cuore una chiamata che lo sconvolge.Con la quale egli scuote il suo popolo, perché torni alla sorgente di acqua viva e lasci le illusorie cisterne, vanto e delusione.
Quanto ci sarebbe bisogno di una voce così, anche oggi. Alternativa, capace di aprirci gli occhi, che non faccia del tempio un talismano per dimostrare una protezione divina nel Rosario facile.
Ma i profeti sono scomparsi. Spesso resta solo la voce di papa Francesco, che vive le stesse angosce e avversità di Geremia, profeta sempre più attuale.
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