RIFUGIO DI RONCISVALLE
E' sera e sono in branda, in alto naturalmente, e mi metto a scrivere il resoconto della giornata. Non mi ricordo di aver mai tenuto un diario prima d'ora e, alla soglia dei 60 anni, lo faccio. Incredibile.
Sono arrivato alla fine della prima tappa, quella dei Pirenei, alle 11,45, ma il rifugio apriva alle 16. Ho tolto le scarpe e le calze ed ho infilato le ciabatte per far respirare i piedi. Nessun problema.
Poi sono andato a mangiare in un ristorantino: menù del pellegrino (pasto completo) € 8.
Il consiglio di Paolo, il giovane che gestisce insieme a Roberta la piscina di Zandobbio e che ha fatto il Cammino in 30giorni, di fare il pediluvio per una ventina di minuti al termine di ogni tappa per me è irrealizzabile, poiché il rifugio è molto spartano (mancano le bacinelle) e i servizi sono limitati. Quindi bisogna fare le cose in modo sbrigativo, perché la fila delle persone che aspetta è lunga.
Ieri sera a letto ho spalmato la vaselina sui piedi ed ho massaggiato per bene. La stessa operazione l'ho fatta questa mattina prima della partenza. Tutto bene. Se continuerà così, ripeterò sempre queste due operazioni. L'importante è che all'arrivo liberi i piedi e li faccia respirare senza calze fino a quando andrò a letto, se non fa freddo.
Il rifugio mi sembra un'antica chiesa rettangolare con le finestre in alto. I servizi sono sottoterra. Ci sono anche alcune postazioni internet. Tutto ben pulito e organizzato. L'unica grandissima camerata, che occupa l'intero piano terra, contiene circa cento letti a castello. Questa sera è al completo e quindi saremo almeno 200 pellegrini di tutte le razze ed età. Mi sento completamente a mio agio anche se non conosco nessuno. Ma passiamo al racconto della giornata.
Mi sveglio verso le 3: l'adrenalina in corpo a mille. Impossibile riaddormentarsi.
Verso le 4,30 vado in bagno a fare la barba. A quest'ora non c'è nessuno, al contrario di ieri sera che bisognava fare la fila. Dovrò fare sempre così per fare le cose con calma.
Rientro in branda e nel buio cerco di non fare rumore.
Verso le 5 faccio fatica a non alzarmi per partire. Mi freno ancora per una quindicina di minuti, poi decido di partire anche se è ancora buio.
Facendo la massima attenzione per non disturbare, mi vesto, mi sistemo l'amato zaino sulle spalle ed esco in strada. E' buio completo. So che le segnalazioni del Cammino iniziano giù nella piazza di St. Jean e mi incammino.
Arrivato in piazza non trovo nessun segnale. Cosa faccio? Ah, ecco il camion della nettezza urbana. Mi avvicino e chiedo all'autista dove inizia il Cammino. Il mio francese è stentato, ma basta pronunciare la parola magica CAMINO DE SANTIAGO che si supera ogni ostacolo linguistico. Mi indica una via laterale e mi fa cenno con la mano che devo salire. Effettivamente la strada dopo poche decine di metri inizia a salire, ma dopo un breve tratto si biforca. Che direzione prendere? E' buio pesto, non c'è anima viva e non vedo alcuna indicazione. Ho letto che i due segnali che indicano il Cammino sono una freccia gialla in campo blu oppure una cappa santa gialla anch'essa in campo blu. A terra non vedo nulla ed in alto la zona è scarsamente illuminata, per cui pali e muri sono al buio.
Sono in difficoltà e sto pensando di ritornare indietro, quando un'auto si avvicina lentamente. La fermo e chiedo allo sconosciuto la strada giusta: mi indica quella a destra.
Ieri sera avevo confidato tanto in Dio, che ora senza dubbio mi sta accompagnando!
Proseguo per una decina di minuti e sono ormai alla periferia di St. Jean con la strada sempre in salita e poco illuminata.
Cavolo!!! Un altro bivio. Questa volta sono fregato!
Aspettare il sopraggiungere di un altro pellegrino? Da escludere. I più mattinieri staranno partendo adesso e dovrei attendere almeno 30 minuti. E poi passeranno di qui?
Buon Dio! Un furgone si sta avvicinando. Lo fermo e chiedo indicazioni. Sempre a destra, mi risponde. Gesù Cristo ti ringrazio un'altra volta. Sei grande!
Riprendo ed entro breve tempo sono in aperta campagna. Sta albeggiando. Nessuno segnale ancora è visibile.
Altro bivio. Porca miseria, qui non c'è alcuna possibilità che mi venga incontro un automezzo.
Maledico la mia solita fretta di affrontare le situazioni.
A cento metri però vedo una casetta con una finestra illuminata. Bon Dieu! Forse è la mia ancora di salvezza!
Mi avvicino alla porta e vedo il pulsante del campanello, che dalle mie parti era usato almeno 30 anni fa.
Schiaccio e dal terrazzino al primo piano appare una donna: per me in quel momento poteva essere la Madonna.
Chiedo l'indicazione per il Cammino e mi indica la giusta direzione. Per ora sono salvo.
Continuo con il sole che sta sorgendo e vedo che tra poco entrerò nel bosco. Fortunatamente incomincio anche a vedere la tanto desiderata freccia gialla. Ora non avrò più paura di perdermi sui Pirenei e posso lasciare la mente in libertà.
Ieri sera in branda mi sono venuti ancora gli incubi, ma sono riuscito a scacciarli e ad addormentarmi.
Questa è stata la mia partenza del Cammino in presa diretta.
Ora i pensieri del resto della tappa mi ritornano in mente , disteso sulla brandina del rifugio.
Ho pensato tanto durante il percorso essendo sempre solo. Ho superato persone, partite da un rifugio intermedio e sono stato sorpassato da pellegrini con un passo più veloce del mio. Scambiati saluti e sorrisi di complicità, ognuno proseguiva al suo passo.